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Libertà

Cosa deve fare l’uomo? Deve sentire la voce della ragione. La voce della ragione è in grado di imporre la scelta giusta, come fosse una regola oggettiva, necessaria, universale.

Questo lo diceva Immanuel Kant nella Critica della Ragion Pratica. Questa è la legge morale, secondo lui. Si proprio il grande filosofo, mio incubo al liceo nelle interrogazioni di filosofia. Adesso, dopo decenni, inizio a capirlo e apprezzarlo. Del resto per interiorizzare certi concetti c’è bisogno di vita alle spalle.

Siamo nel 700, in piena epoca illuminista, ecco spiegato l’elogio della ragione e dell’antropocentrismo, vale a dire la posizione dell’uomo, in quanto essere pensante, al centro del mondo.

Ma qual è il punto che mi porta a una riflessione? Il punto è che obbedire a questa legge morale per Kant è libertà; ci libera dai nostri istinti, dai nostri gusti, dal condizionamento dell’altro. 

Tranzollo

Due poiane fanno cerchi nel cielo. Le guardo e penso, chissà cosa vedono, chissà come ci vedono. Si, come ci vedono. Sono al tavolo insieme a loro. In questo momento il collante lo fa una pasta al forno. Teste chine e affamate sui piatti. Ma c’è un’atmosfera speciale. Magari sarà il giardino del rifugio con la sua vista sulla valle, magari sarò io che con la vecchiaia divento sentimentale, va a sapere. Poi la risposta me la dà Andrej che siede vicino a me. 

Mi guarda e mi dice :”Tranzollo”. “Come scusa?” “Tranzollo. E’ una parola che abbiamo inventato noi qua.” “E cosa vuol dire ?” “Boh!” Bene, anni di studi universitari buttati nel cesso in un attimo, penso.

“Se sei Tranzollo sei figo e noi siamo Tranzolli.” Ahh così è chiaro.

Memorie di una giornata Crissolo

Il tempo non è un granché. Estate pazza. Solo che in montagna quando va via il sole ti accorgi di quanto riscalda. Un po’ come le cose nella vita, apprezzi il loro valore quando non ci sono, e spesso è troppo tardi. Facendomi violenza tiro fuori una maglia dall’armadio, solo il pensiero mi fa venire caldo, e la metto nello zaino. As sa mai.

Scendo che Renato mi aspetta. Passiamo alla sede del C.i.s.s. dove avevamo appuntamento con le due assistenti sociali, Luana e Chiara e partiamo alla volta di Crissolo.

Dopo Paesana inizia la vera valle Po, valle stretta, strada stretta, paesini stretti, luce stretta. Non fosse per il Monviso che ti guarda dall’alto come fosse Zeus, la malinconia assumerebbe altri toni.

Arrivati. Apro la portiera e mi rendo conto, dopotutto, di non essere ancora del tutto brasato: la maglia serve, eccome.

Siamo davanti all’albergo, riconosco l’insegna. Una domanda mi echeggia in testa. E adesso? Sono abituato alle persone adulte, questo sì, ma a dei bambini? Questo no. Ma la mia curiosità è tanta, quindi andiamo.

Renato ed io veniamo accolti da alcune educatrici e dalla titolare. Persone cordiali. Bene. Mi dicono che i ragazzi sono entusiasti del soggiorno. Molto bene.

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