Qualche giorno fa ho letto un articolo riguardante il suicidio di un ragazzino di 14 anni, avvenuto negli Stati Uniti. Notizia di per se’ tragica, ma purtroppo comune a tante altre. La sua peculiarità, che ne motiva la pubblicazione, è il fatto che l’adolescente pare si sia innamorato di un chatbot, entità tecnologica gestita da un’intelligenza artificiale, che l’abbia indotto a commettere il gesto estremo. Un po’ come ci innamorassimo di qualcuno via whatsapp, e questo qualcuno non fosse umano, bensì un programma sofisticato, un software. La cosa non mi ha stupito e non scrivo per condannare o giustificare l’ennesima applicazione della cosiddetta intelligenza artificiale. Quello che mi ha colpito è stato il comportamento dei genitori, i quali hanno citato in giudizio i gestori di questo chatbot, accusandoli di aver istigato il figlio a togliersi la vita.
Mi ha colpito questo comportamento umano.
Noi tutti siamo consapevoli di quanto la tecnologia stia cambiando le nostre vite a ritmi sempre più serrati, ma l’uomo è sempre lo stesso. Da milioni di anni. Se pensiamo alla nostra quotidianità e la rapportiamo al passato, facendo un saltino di un decennio soltanto, ci vengono i brividi per quanto sia diversa.
Ora, immaginiamo di essere in un ospedale o in una struttura a contatto con persone che soffrono; e facciamo un salto nel passato, anche un balzo. Cosa cambia? Praticamente nulla.
Alla solitudine, all’abbandono non c’è pillola che tenga.
Quante persone anziane aspettano di tornare a casa ignare che i figli, oltre a fregarsene di loro, gli hanno venduto la casa? Quanti ragazzini avrebbero bisogno solo di un gesto di affetto, solo di parlare…e non importa che siano i genitori a farlo, non importa nemmeno che sia un essere umano a farlo.
Mi fa venire i brividi.
E’ facile dare la colpa a qualcuno, a qualcosa meglio. Questo è il comportamento umano a cui mi riferisco. Trovare scuse per ricacciare la propria pochezza sotto il tappeto, per non fare i conti con le proprie sconfitte, per farci, addirittura, dei soldi.
Vero, comunicare è difficile, dare è difficile, soprattutto quando non hai nulla. Da dare.