Integrazione a scuola

Ci incontriamo in un bar nel centro di Pinerolo. Puntualissima. Ottimo inizio. La professoressa Sclarandis mi studia con due rapide occhiate, tanto basta a chi è avvezzo a stare con le persone.

Saranno venticinque anni che non entravo in questo locale, penso, tempi in cui studiavo in biblioteca…vabbè lasciamo stare.

Ci sediamo a un tavolo, lei prende un bicchiere d’acqua naturale, della serie andiamo al sodo. Io azzardo un caffè, senza zucchero però.

Mi presento brevemente, del resto non ho molto da dire, e iniziamo. Sono curioso di saperne di più di questo progetto Penny Wirton, ma non dei dettagli, del come, per questo c’è internet. 

Mi interessa il senso.

Non appena la professoressa si addentra nel discorso i suoi occhi si illuminano, i lineamenti si distendono. “Sono i ragazzi che l’hanno proposto a noi insegnanti”. “Di fondare a Pinerolo, al Porporato una scuola Penny Wirton” “E l’idea era talmente bella che non abbiamo potuto dire di no”.”Ci siamo attivati ed eccoci qua”

“Adesso abbiamo una decina di persone immigrate che frequentano con l’intento di imparare l’italiano. Non abbiamo un programma, non rilasciamo attestati, ma svolgiamo un insegnamento ad personam”

“Ma scusi” le chiedo “se avete 10 studenti, vuol dire 10 insegnanti”. “No, sono i ragazzi che si interfacciano con gli studenti, noi docenti supportiamo e interveniamo con azioni di rinforzo quando necessario”.

Ecco il senso che cercavo.

“Appena prima del lockdown, un ragazzo si era rivolto a noi per essere accompagnato nella preparazione di un test richiestogli per lavorare nel campo della ristorazione. Ci siamo prodigati tutti quanti e ce l’ha fatta. Eravamo felici.”

Questa secondo me è integrazione. Non mi sorprende che il veicolo sia la lingua italiana, la letteratura, perché letteratura in fondo è dialogo, scambio.

L’integrazione si fonda sul confronto fra culture spesso diversissime. E’ significativo e bellissimo che gli attori siano ragazzi adolescenti, tutti volontari beninteso. Alla faccia di chi dice che i giovanissimi sono senza valori. Se gli adulti, e in questo caso un’istituzione pubblica, lanciano una buona idea questo è il risultato.

Alla fine non ho potuto esimermi dal pagare il conto della consumazione. Crepi l’avarizia.

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Libertà

  1. Elsa Revello

    Da Carla e dal Porporato, e soprattutto dai ragazzi… non ci si poteva aspettare altro!!!! Complimenti! Bravissimi!

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