E’ un dipinto di Paul Klee, chiamato Angelus Novus, del 1920. Non è una delle sue opere più famose, ma quello che colpisce è l’interpretazione che dedicò Walter Benjamin a questo quadro.
Per Benjamin è rappresentato l’Angelo della Storia, ovvero una vecchia leggenda talmudica. Il Talmud per gli ebrei è un libro sacro accanto alla Bibbia, visto che non riconoscono i Vangeli.
La leggenda parla dell’Angelo della Storia che vola all’indietro e che serba la memoria di un’esistenza caduta degli esseri umani travolta dal divenire.
Benjamin scrive a riguardo:
“ Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto ma una tempesta spira dal paradiso che si è impigliata nelle sue ali ed è così forte che egli non può più chiuderle. Questa tempesta spinge irresistibilmente nel futuro a cui volge le spalle mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui; ciò che chiamiamo progresso è questa tempesta.”
Man mano che il mondo va avanti le guerre si sommano, si sommano le ferite, le colpe, a partire dalla colpa originaria di Eva nei confronti di Dio, poi quella di Caino nei confronti di Abele, fino ad arrivare al contesto contemporaneo a Benjamin, in cui il mondo stava precipitando nel nazismo, preludio di un secondo conflitto mondiale.
Questo angelo viene spinto via dal Paradiso e nel suo allontanamento volge le spalle al futuro, guardando al passato.
Ma non è quello che facciamo? Quando pensiamo al futuro ci immaginiamo con lo sguardo rivolto verso di esso, ma in realtà guardiamo al passato per il semplice fatto che è l’unico che conosciamo.
Con la conseguenza di proiettare il passato nel futuro. Man mano che cresciamo ci allontaniamo dall’età dell’innocenza, ci allontaniamo da Dio. Le ferite diventano più profonde, il distacco sempre più evidente.
Questa concezione dell’angelo è una critica di Benjamin verso l’atteggiamento progressista, di chi pensa che il mondo, la storia, vadano nella direzione del progresso, del miglioramento. In realtà noi non andiamo nella direzione del progresso, lo dimostra il fatto che man mano che la storia evolve lascia intorno a se delle macerie.
La visione pessimistica di Benjamin potrebbe essere motivata contestualizzando il periodo storico in cui questo grande pensatore è vissuto, cioè negli anni a ridosso della Seconda Guerra Mondiale ( si tolse la vita il 26 settembre 1940 per non cadere nelle mani naziste ), ma lo trovo molto attuale. Noi siamo ancora in un periodo di pandemia e l’applicazione dell’atteggiamento dell’Angelus Novus, guardare al passato senza analizzarlo e senza trarne insegnamenti, vuol dire allontanarsi sempre più dal Paradiso. Se sostituiamo la parola Paradiso con voglia di vivere ecco che il messaggio diventa più chiaro. Non possiamo conoscere il futuro né tantomeno prevederlo, ma se facciamo tesoro dell’insegnamento del passato, diventiamo migliori, più consapevoli delle nostre capacità e con un pizzico di voglia di vivere in più.
lupopensante.it
Lascia un commento